IL TESORO DELLA FORTUNA
6° PARTE
Due secondi dopo, gli indigeni tornarono con un coltello
sacrificale e fiaccole infuocate tra le mani. Charles e Mark non erano armati
di pistole, però avevano con loro un pugnale che usarono per liberarsi da un
indigeno e scappare via a gambe levate. I selvaggi, però erano più veloci di
loro perciò riuscirono a catturarli, disarmarli e legarli a testa in giù in una
capanna. I due amici cominciarono a parlare:
—
Ah, ci
mancava solo questa! — Disse Mark
—
Ma almeno
posso sapere come si chiama questa civiltà?
Il
professore si schiarì la voce e iniziò a parlare, parlare e parlare dando
informazioni sulla popolazione .
Il filosofo
avrebbe potuto parlare per ore e ore, però ad un certo punto un indigeno entrò
nella capanna, li slegò e grazie all’aiuto di altri cinque uomini, portarono
fuori i corpi e li posarono su una grande pietra.
Il
professore e Mark si contorcevano e si
dimenavano, ma erano legati troppo bene per fuggire. Intanto un gruppo di
selvaggi si avvicinò e si dispose a formare un triangolo attorno alla pietra.
Dalla capanna lì vicino uscì fuori un anziano con un coltello sacrificale in
mano.
Mark
e Charles rotolarono giù dalla pietra che, essendo sui bordi appuntita, tagliò
le corde e Mark, con un agile movimento, afferrò dalle mani del vecchio il
coltello e minacciò il popolo di ucciderlo. Gli indigeni posarono le armi e
lasciarono fuggire i due amici che corsero il più veloce possibile per arrivare
al “Grande Albero” e nonostante la grande distanza, dopo solo un quarto d’ora,
giunsero all’albero centenario.
Come andrà a finire l'avventura?
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